Il pellet è un combustibile solido composto da piccoli cilindretti tipicamente tra 5 mm e 30 mm. Viene utilizzato essenzialmente per alimentare stufe o camini. Per la sua produzione vengono utilizzati scarti di legname triturati e segatura.
Il pellet nasce per poter riciclare la segatura che si produceva nelle segherie e nei mobilifici.
La segatura, era uno scarto che veniva gettato in discarica oppure insacchettato e venduto come "assorbente di liquidi". La segatura veniva gettata sul pavimento per assorbire olii o liquidi di scarto, poi con una scopa si rimuoveva la segatura ormai intrisa.
Oggi il suo utilizzo è largamente diffuso e la sua produzione è regolamentata da leggi ben precise.
La diffusione massiccia di questo combustibile ha reso necessario l'applicazione di certificazioni che ne garantissero la qualità. Per il mercaro europeo esistono differenti certificazioni.
I fattori più importanti per determinare la qualità del pellet sono:
- Pesenza di ceneri
- Umidità
- potere calorifico
le certificazioni di riferimento sono:
- Per L'uropa: DinPlus, En Plus A1, En Plus A2, SGS (ucraina).
- DIN 51731 (tedesca).
- ÖNORM M 7135 (austriaca).
- SN 166000 (svizzera).

La norma UNI EN 14588 lo definisce come:
"biocombustibile addensato, generalmente in forma cilindrica, di lunghezza casuale tipicamente tra 5 mm e 30 mm, e con estremità interrotte, prodotto da biomassa polverizzata con o senza additivi di pressatura".
Un grosso vantaggio del pellet rispetto alla legna e che ha una combustione pulita e completa e la canna fumaria si sporca di meno.
L'umidità deve essere bassa per ottenere un'alta resa, il contenuto di acqua deve essere compreso tra il 10% ed il 12%. I migliori legni per impiegati per la sua produzione sono l'abete e il faggio.
La comodità di questo tipo di combustibile è che è facile da trasportare e da immagazzinare. Solitamente viene venduto in sacchetti da 15Kg. Il residuo di ceneri è minimo rispetto alle stufe a legna e quindi anche la pulizia delle stufe a pellet è minore rispetto ad un camino a legna.
Come si produce il pellet
La produzione non è complessa ma bisogna rispettare dei passaggi ben precisi. Di seguito sono elencati i passi essenziali a cui attenersi.
Le fasi della produzione sono le seguenti:
- Sminuzzare gli scarti di legname e ottenere del cippato di legno.
- Essiccazione del cippato per abbassare l'umidità tra il 10 e il 12%.
- Ulteriore sminuzzatura del cippato in dimensioni più piccole, tra i 25 e i 60 mm.
- Stoccaggio del materiale essiccato.
- Triturazione del cippato per ottenere segatura.
- Carico della segatura nella pellettatrice.
- Produzione del pellet.
- Raffeddamento, setacciatura e recupero polveri.
- Confezionamento in sacchi.
1) Sminuzzare gli scarti di legname e ottenere del cippato di legno.
Le materie prime utilizzate sono la segatura di legno, potatura di alberi o scarti lignei in generale.

Tutti gli scarti lignei differenti dalla segatura devono subire una lavorazione di sminuzzatura. Le macchine per la produzione del pellet (“pellettatrice” o “pellettizzatrice”) possono lavorare solo materiale che abbia la consistenza della segatura.
Se partiamo da scarti di legname (rami o piccoli tronchi), la prima cosa da fare è triturarli, per ottenere del cippato di legna che verrà successivamente rilavorato.
L'immagine a fianco rappresenta del cippato di legna. Il cippato ha dimensioni variabili da alcuni millimetri a qualche centimetro.
2) Essiccazione per abbassare l'umidità tra il 10 e il 12%
Il cippato ottenuto al punto precedente ha ancora un elevato grado di umidità. Il semilavorato viene inserito in un essiccatoio per abbassare la percentuale di umidità ad un valore compreso tra 10% e 12%.
3)Ulteriore sminuzzatura del cippato in dimensioni più piccole, tra i 25 e i 60 mm
Il cippato ottenuto al punto 1 è ancora troppo grande, e si deve procedere ad un ulteriore affinamento. Con questo ulteriore passaggio si abbassa la pezzatura del cippato ad una dimensione compresa tra 25 e 60mm.
4)Stoccaggio del materiale essiccato
Il cippato ottenuto viene stoccato in un silos che mantiene costante la percentuale di umidità.
5)Triturazione del cippato per ottenere segatura.
Questa è l'ultima delle tre fasi di sminuzzatura. Con questa ultima operazione trituriamo il cippato di legna e otteniamo la segatura necessaria per la produzione del pellet.
6)Carico della segatura nella pellettatrice.
Dopo aver ottenuto la segatura, mediante un sistema di movimentazione del materiale viene inviato alla pellettatrice
La movimentazione del materiale può avvenire in diversi modi a seconda del layout dell'impianto, con coclea oppure nastro trasportatore.
7)Produzione del pellet.
Il pellet viene ottenuto con una macchina chiamata “pellettatrice” o “pellettizzatrice”.

La pellettatrice non fa altro che comprimere dentro a condotti conici sempre più stretti la segatura. Il materiale pressato esce a forma di "spaghetto" dalla parte più piccola del cono.
Puoi vedere questo video che ti mostra la segatura compressa uscire dalla trafila.
Durante la fase di compressione la segatura si scalda moltissimo ed attiva l'azione legante della legnina contenuta nella segatura.
La lignina è un complesso polimero organico che riveste le fibre di cellulosa. Quando è sottoposta a grande calore, la lignina, si comporta come una "colla" che unisce la segatura ottenendo un cilindretto duro e compatto.
Per aiutare l'estrusione dal condotto e si possono aggiungere sostanze naturali come amido e farina. Queste sostanze hanno la proprietà di conferire una certa resistenza all'abrasione e una maggiore compattezza.
La percentuale di queste sostanze, a norma di legge non deve superare il 2%. Nella pratica si utilizza non più dello 0.5% di questi additivi.
Alla fine del condotto conico c'è una lama che taglia lo "spaghetto" ad una lunghezza compresa tra 5mm e 30mm (nel video di prima questa lama non è presente). Il materiale in uscita dalla macchina è molto caldo (circa 90C°) e il suo raffreddamento avviene in aria.
8)Raffreddamento,setacciatura e recupero polveri.
Dopo la fase di estrusione è necessario raffreddare il prodotto in aria fino ad una temperatura di +5C° rispetto temperatura ambiente. Questo permette al prodotto di acquisire una buona durezza ed uno stato ottimale per l'immagazzinamento.
Prima di insacchettare il pellet bisogna setacciarlo, perché la normativa prevede che le polveri del prodotto non devono superare l'1%. Le polveri estratte sono reintrodotte nel ciclo produttivo.
9)Confezionamento in sacchi.
L'ultima fase è il confezionamento.
Solitamente il pellet viene confezionato in sacchetti da 15 kg in politene saldabile a bassa temperatura.
Di norma i sacchetti sono posti su bancali dalle dimensioni di 80x120. Su ogni Bancale sono presenti 70 sacchi suddivisi in 14 strati da 5 sacchi ognuno.
Resa energetica del pellet
Per realizzarne una tonnellata bisogna usare dai sei agli otto metri cubi di scarti di legname triturati e segatura.
Il consumo energetico per la sua produzione e distribuzione è circa il 2.7% dell'energia finale. In altre parole; se ipotizziamo che 1Kg di pellet può sprigionare 4,9 kWh, per produrlo ci vogliono 0.13kWh (2.7% di 4,9 kWh).
Il consumo energetico per la produzione è molto inferiore di quello necessario per il metano o gasolio (circa 10% e 12% rispettivamente).
Per la produzione possono essere usati diversi tipi di legnami (abete, acero, betulla, faggio, pioppo, pino, ecc.) ma il suo potere calorifico, a parità di umidità, varia molto poco.
Per maggiore chiarezza possiamo affermare che i legni duri, come il faggio, conferiscono un potere calorifico maggiore rispetto ai legni dolci.
Il range va da 4600Kcal/kg a 5400 Kcal/kg tra un legno dolce e uno duro.
L'efficienza della combustione di una stufa è strettamente legato alla corretta combinazione tra combustibile e comburente. La maggioranza delle stufe a pellet sono tarate per bruciare legno di abete che richiede meno ossigeno a parità di peso.
Utilizzi
Grazie alla sua praticità l'utilizzo è sempre più diffuso soprattutto in zone residenziali dove non c'è la possibilità di stoccare grandi quantità di legna.
Inoltre le stufe a pellet e i camini si possono accendere in automatico impostando un orario sul timer della macchina. Opportunità che la legna non offre.
L’utilizzo di questo combustibile non è solo in ambito civile ma anche industriale. Grazie al costo concorrenziale rispetto al gas, molte attività industriali riscaldano i loro locali, come uffici e piccoli capannoni con stufe a pellet.
Come tutte le biomasse solide produce biossido di carbonio e altri inquinanti come il PM10 tipici della combustione si sostanze di origine vegetale.
Residui tipico è la cenere, la cui quantità è dipendente dal tipo di biomassa, (circa 3% per il legno, 9-15% per paglia).
Come usare la cenere del pellet
La cenere è sempre stata utilizzata nelle culture contadine per svariati utilizzi, sia in ambito domestico che in agricoltura. La sua composizione si presta molto bene per essere utilizzata come fertilizzante e antiparassitario naturale. Prima di buttare la cenere segui i miei consigli, puoi risparmiare sulla gestione del tuo giardino.
La cenere è composta da:
- Azoto (N) – 0%
- Fosforo (P2O5) - dal 2 al 20 %
- Potassio (K2O) - dal 5 al 35%
- Calcio (CaO) - dal 18 al 45%,
- Magnesio (MgO)
Gli usi della cenere come fertilizzante
La cenere è un ottimo fertilizzante e si presta molto bene per le coltivazioni biologiche. Durante la fase di preparazione del terreno è consigliabile interrare dai 100 ai 200 grammi di cenere ogni mq di terreno.
Nel caso in cui la cultura è già avviata è possibile spargere la cenere sul terreno coltivato nel dosaggio di circa 20 grammi ogni metro quadro.
Fare attenzione:
Come visto prima la cenere non ha azoto e quindi è necessario integrare con un fertilizzante ricco di azoto. L'utilizzo della cenere come fertilizzante è a costo zero, facendo attenzione alla quantità di cenere utilizzata.
Fate attenzione alla qualità della cenere che deve essere ottenuta dalla combustione di pellet ricavato da legno vergine. Non ci devono essere tracce di leganti o altri elementi chimici.
Quali piante possiamo concimare con la cenere.
Anche la cenere del pellet ha elevate concentrazioni di potassio, fosforo e calcio ma pur essendo una sostanza pregiata non va bene per tutte le piante. La sua composizione chimica la rende indicata per concimare determinate tipologie di vegetali:
La cenere è indicata per concimare:
- Arbusti
- Ortaggi (perfetta per concimare i pomodori).
- Alberi da frutto
Invece deve essere evitata per:
- Orchidee
- Eriche
- Azalee
- Ortensie
- Rododendri
- Camelie
- Mirtilli
Generalizzando si può dire che la cenere è perfetta nell’orto e nel frutteto ma va evitata per le piante ornamentali acidofile. In sostanza possiamo tenere questa regola generale:
- Va bene per ortaggi e piante da frutto.
- Non va bene per piante ornamentali.
Cenere come antiparassitario
Anche la cenere del pellet può essere usato come ottimo antiparassitario naturale per tenere lontano dalle nostre culture, formiche, lumache, limacce, chioccioline e parassiti vari.
Si tratta di una tecnica che ti farà risparmiare e che è stata sempre adottata nelle nostre campagne, evitando di usare sostanze chimiche a volte dannose.
Ne bastano pochi centimetri messi a barriera intorno agli ortaggi, alberi o aiuole del nostro giardino per tenere lontani gli insetti che danneggiano le nostre culture.
Questo metodo risulta innocuo ai nostri animali domestici, che al contrari osi potrebbero avvelenare con antiparassitari chimici.
Fate attenzione che per essere efficace la cenere deve essere asciutta, in caso di pioggia dovrete sostituire oppure integrare la cenere bagnata.
Oltre che cosparsa sul terreno può essere irrorata sulle piante. Ne basta pochissima per avere effetto, ne possiamo usare un bicchiere ogni cento litri di acqua. Dopo aver preparato la soluzione acquosa usiamo lo spruzzatore a spalla per proteggere le nostre piante.
Cenere, gli usi per chi ha un allevamento
Come per le piante, la cenere del pellet può essere utilizzata in piccoli allevamenti per allontanare acari e altri parassiti. È necessario arricchire le lettiere con la cenere per proteggere uccelli e pollame, dagli insetti infestanti. La possiamo aggiungere anche ai box di nidificazione.
Migliora il compost
Vista l'assenza di azoto la cenere è ideale per la preparazione del compost. Tutti i rifiuti della compostiera devono avere le quantità corrette di rifiuto fresco (azoto) e rifiuto secco (carbonio).
Se mettete nella compostiera l'erba tagliata del prato, che è quasi tutto azoto, mischiatelo con della cenere.
Se mettete dentro la compostiera solo l'erba non miscelata con materiale secco imputridisce, non composta.
Io tengo sempre un secchio di cenere vicino alla compostiera, e ogni volta che getto dei rifiuti della cucina gli do una spolverata di cenere.
In questo modo non marciscono e si converte tutto in compost. Di solito la regola che tengo e circa 4-6Kg di cenere per ogni metro cubo di rifiuti vegetali.